Esistono ormai diversi processi con cui un professionista riesce ad ricavare la FM%, ovvero la percentuale di grasso del corpo di una persona.

Ma è davvero indispensabile conoscere questo valore?

Nel fitness, così come in altri ambienti, c’è una marcata distinzione tra pseudo-matematici che inseguono numeri e guru, metà-sciamani, che parlano di sensazioni ed auto-percezione.

Io mi sento di identificarmi nel mezzo; ritengo che la matematica ed i numeri siano uno strumento efficiente per descrivere quelli che sono stati o processi biologici, soprattutto per creare dei macro-piani con previsioni per noi o i nostri allievi, ma il tutto, senza un’adeguata dose di osservazione soggettiva, lascia il tempo che trova.

La matematica ci permette di prevedere degli scenari più o meno probabili nel nostro futuro o in quello dei nostri atleti; ovviamente, è altamente probabile che la realtà dei fatti si discosti dalle nostre previsioni, ma, ovviamente, questa è la dimostrazione di come il corpo umano ed i numeri siano dei sistemi talmente vasti da non poter mai essere presi in considerazione nella loro totalità.


La classica plicometria è ormai superata?

La Plicometria è una pratica che prevede la misurazione dello spessore della pelle di un soggetto in determinati punti. Queste misurazioni vengono inserite in un’equazione, la più famosa è quella di Jackson-Pollock, che può prevedere l’inserimento di 7, 4 o 3 pliche. Fin qui sembra tutto piuttosto scientifico, ma il problema è uno ed alla base.

Il plicometro è uno strumento altamente operatore-dipendente, questo significa che c’è un potenziale e probabile errore di base, cioè quello umano, dato dal posizionamento della “pinza” o dalla pressione applicata; gli strumenti più precisi sono quelli a molla, che dovrebbero applicare una pressione costante al lembo di pelle sollevato. Oltretutto, aprendo un sito piuttosto vasto come Amazon, è facile osservare come un plicometro medico arrivi a somme di diverse centinaia di euro, è impossibile che uno strumento da poche decine di euro sia a tale altezza.

Comunque uno strumento abbastanza buono ci permette di ottenere una misurazione dello spessore della pelle più o meno accettabile.

BIA e DEXA, rivoluzione nell’osservazione della percentuale di grasso?

Altri metodi più innovativi per conoscere la composizione corporea e quindi la percentuale di grasso di una persona sono la BIA e la DEXA.

La BIA è stata implementata anche in moltissime bilance commerciali, questo metodo utilizza la registrazione della resistenza dell’organismo al passaggio di una corrente elettrica; fondamentalmente il risultato che otteniamo è il contenuto d’acqua all’interno del nostro corpo e, tramite formule, la nostra FM e FFM; quindi la quantità di massa grassa e magra. Il problema è che questi risultati sono ottenuti da formule che danno per scontato l’assunto “Siamo composti da n% di acqua.”, quindi, estremamente suscettibile al nostro livello di idratazione, a maggior ragione nella posizione deambulante delle classiche bilance da casa. Il costo della BIA si aggira intorno ai 20/30€.


La DEXA è una metodica che utilizza radiazioni per osservare spessore, densità e composizione chimica del corpo di un soggetto. Il tutto viene mostrato in un’immagine su un monitor che presenta un tono di colore a seconda del tessuto “fotografato”. La DEXA sembra la metodica più precisa, anche se comunque presenta un errore anche del 3-4%. La questione principale riguardante questa metodica è il costo, parliamo di somme dai 70€ a oltre 100€.

Di conseguenza la metodica che mi sento di consigliare è la stima della percentuale di FM tramite la classica Plicometria, che spesso viene venduta assieme alla misurazione delle circonferenze intorno ai 20€ ed anche meno.

Quindi, serve conoscere la propria percentuale di grasso?

Arriviamo al dunque. Personalmente non ritengo sia sempre necessario conoscere la propria percentuale di grasso, sono un arduo sostenitore dell’auto-osservazione allo specchio per quanto riguarda il fitness amatoriale a scopo estetico o salutistico.

Il punto è che, però, essere cosciente della propria composizione corporea può essere oggettivamente utile. Permette di conoscere più o meno il proprio Set-Point, di rendersi conto di quanto il proprio corpo sta effettivamente ingrassando o perdendo grasso, anche se, per questo, è molto più utile osservare l’andamento delle pliche che la percentuale di grasso in sé. Ad esempio potrei prendere lo spessore della pelle sull’addome ogni quattro settimane per vedere se aumenta o meno; questo è molto utile anche per rendersi conto di dove si sta perdendo o mettendo più grasso.

Al contrario non credo che sia indispensabile sapere la FM% di un novizio che mi trovo ad allenare, credo sia fondamentale un buon ricondizionamento, un’istruzione all’allenamento, alla tecnica, all’alimentazione, alla scelta delle fonti; poi c’è da capire quando possa essere opportuno metterlo a dieta (iper o ipocalorica che sia), osservandolo, molto spesso per i neofiti è evidente che necessitino di una fase di dimagrimento o di massa.

Se si presenta un classico ragazzetto magrolino con bassissima FM e FFM, davvero c’è bisogno di calcolargli quel 6-7%?!

Se si presenta un ragazzo cicciotto, davvero è necessario calcolargli quel 20-25%?!

Credo che tantissimi PT ci tengano a calcolare la BF% semplicemente perché “non è inclusa nel pacchetto”, così possono spillare 20€ in più al cliente a fine visita.

Rendetevi conto che molto spesso la percentuale di grasso è un prodotto fine a sé stesso, è un semplice “soprammobile” che troppo spesso viene usato dal classico “Brò” per sminuire gli altri o farsi notare in palestra, per carità, è umano voler mostrare un risultato, soprattutto quando ci abbiamo messo tutti noi stessi per ottenerlo, sono estremamente convinto, però, che i risultati nel mondo dello sport non siano oggettivabili, ogni obiettivo può essere più o meno difficile o impossibile a seconda del soggetto.

Se siamo atleti che allenano sé stessi, osserviamoci, usciamo dalla nostra visione ovviamente soggettiva, è forse necessario che ci affidiamo anche noi ad un coach?

È risaputo che tantissimi allenatori-atleti si facciano seguire da una figura esterna, è impossibile essere completamente oggettivi con sé stessi. Lo ammetto da trainer che si allena da sé, sappiamo essere estremamente buoni o cattivi con noi stessi, ma quasi mai oggettivi e giusti.


Allora forse qualcuno potrebbe star pensando che sono ipocrita.

“Dice che la plicometria non serve a niente e poi la usa su sé stesso e sui suoi allievi!!!”

Credo che conoscere la propria percentuale di grasso possa essere molto utile per un soggetto che già si allena da qualche anno, facendo un lavoro oggettivamente buono, mangia bene e vuole ottenere di più dal proprio allenamento ed avere una composizione corporea migliore; in modo da andare a scolpire ancora più a fondo quello che è il corpo di una persona piuttosto allenata.

Come puoi arrivare a fare tutto ciò come si deve?

Come sempre invito a procedere a step.

Prova a costruire una piramide con vari piani, a partire dalla base verso l’alto scrivi gli elementi i più importanti per la modifica della composizione corporea e chiediti:

“Sto rispettando le cose importanti?”

Dopodiché prendi un altro foglio e comincia ad appuntare cosa c’è da cambiare nel tuo modo di approcciarti all’allenamento o all’alimentazione.

Prendi il tempo di cui necessiti, procedi a piccoli passi, e segna con una spunta ogni volta che sei riuscito a raggiungere un obbiettivo, ad esempio:

  • Iniziare a contare le calorie giornaliere;
  • Imparare panca piana senza rimbalzi;
  • Bere 2l di acqua al giorno;

Magari, pian piano, senza neanche rendertene conto, andrai a modificare il tuo corpo fino al livello in cui conoscere la tua percentuale di grasso potrebbe essere molto utile per avere informazioni di cui necessiti!


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Lorenzo De Simone

Personal Trainer napoletano di fitness e bodybuilding specializzato in ricomposizione corporea, certificato Project Invictus e diplomato ASI 3°lvl. Amo allenare, allenarmi, studiare e cucinare piatti "simil-fit" brutti.

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