Fino al 1977, in Italia, le trasmissioni televisive venivano trasmesse in bianco e nero; purtroppo molto spesso il nostro cervello tende a differenziare gli elementi della nostra esperienza in tale modo. In realtà la televisione ha sempre mostrato una vasta gamma di grigi e così deve cercare di essere anche il nostro modo di pensare, in modo da poter poi diventare a colori.
Vedere le cose in bianco e nero significa accettare soltanto due estremi, tutto o niente e questo modo di fare rende estremamente difficile “la vita”, avvicinarsi a nuove esperienze può essere difficile, se non impossibile.
Motivazione ed obbiettivi, ingredienti del successo o della sconfitta?
Molte persone quando si avvicinano al mondo del fitness (in generale) hanno obbiettivi ideali molto alti in mente, nonché una motivazione molto elevata, ahimè troppo spesso estrinseca. Un individuo motivato per ragioni esterne, infatti, non avrà assolutamente la volontà e la capacità di mettere in gioco risorse che,invece, utilizzerebbe volentieri per qualcosa che davvero vuole internamente.
Ci si sente pronti a tutto pur di avere il fisico del bestione palestrato visto nel film al cinema, ore a sudare, mangiare solo dieci grammi di riso al giorno, fare dozzine di esercizi in palestra. Ecco, questo è il modo di pensare descritto sopra, bianco e nero.
Saltare le tappe non porta a niente di positivo, io stesso, in passato, ho commesso questo errore in più occasioni a causa dell’inesperienza, ma, essendone ora consapevole, il mio ruolo e la mia etica mi impongono di cercare di evitare di far commettere lo stesso errore ad altre persone.
Istruttori e Personal Trainer, la consapevolezza del ruolo che si ricopre.
Non solo per quanto riguarda il lavoro da Personal Trainer, dove con i clienti si finisce sempre per creare un ottimo rapporto di empatia ed amicizia, ma, anche nel lavoro da Istruttore, reputo importantissimo il ruolo educativo, ruolo di cui ogni professionista del settore dovrebbe farsi portavoce.
L’istruttore ovviamente entra in un rapporto comunicativo con gli allievi, c’è sempre un “parlare di sé” da parte del cliente, sia dal punto di vista sportivo ed alimentare, che dal punto di vista personale.
Questi sono i momenti in cui è importante fare un doppio lavoro: trasmettere al soggetto quelle che sono aspettative realistiche e far comprendere la necessità di attraversare determinate tappe più o meno lunghe nel proprio percorso.
Come si suol dire è importante far scendere la persona “in terra” trasmettendo anche tanta fiducia, è fondamentale che gli atleti si fidino di chi hanno davanti.
Il neofita deve instradarsi nella disciplina con calma, avendo anche modo di comprendere se effettivamente sta facendo qualcosa di suo gradimento, procedere per step consente adattamenti migliori non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello mentale, si deve sviluppare la cosiddetta “mentalità”.
Più che dal punto di vista dell’allenamento, dove in più casi il soggetto segue la scheda e le indicazioni senza quasi batter ciglio, credo sia importante lavorare con molta calma dal punto di vista alimentare, perché è li che molti fallisscono.
Il/La ragazzo/a che si avvicina ad un professionista viene da anni di alimentazione “maleducata” (a me piace chiamarla così), non può iniziare a mangiare bene in uno schiocco di dita. Qui il ruolo educativo è fondamentale.
Mettersi a dieta può essere un errore?
Personalmente ai ragazzi che stanno appena mettendo piede in palestra sconsiglio di iniziare una dieta prima di 1-2 mesi di allenamento, soprattutto se si tratta di soggetti che vogliono dimagrire.
Molto spesso questi soggetti sono totalmente “maleducati” (anche quelli che vogliono ingrossarsi) e passano da un giorno all’altro da mangiare un numero altissimo di kcal ad un numero bassissimo. Visivamente potremmo tranquillamente osservare due piatti con all’interno la stessa quantità di cibo, ma uno da 1500kcal e l’altro da 500kcal. Questo perché diversi alimenti hanno diversa densità energetica, cioè semplicemente gli alimenti a parità di volume possono contenere più o meno energie.
Quindi è facile che si passi da un giorno all’altro da 5000kcal alle 1000kcal avendo un calo delle energie fisiche in poco tempo e non facendo assolutamente un’alimentazione sana perché sempre “maleducata”. Ricordatevi di seguire i consigli alimentari solo di un professionista, di chi ha studiato queste argomentazioni.
Così, magari, questa persona, che ora si sta approcciando al mondo del fitness, si ritroverà da subito con energie ridotte non riuscendo a dedicarsi adeguatamente allo studio della tecnica ed a lavorare fisicamente e mentalmente sull’allenamento come dovuto.
Oltretutto ridurre drasticamente la quantità di cibo ingerita improvvisamente porta il corpo e la mente ad entrare subito in “sofferenza” spingendo sempre di più la persona ad abbandonare…finché la persona non inizia a pensare di “non essere fatta per questo”.
All’inizio credo sia molto importante educare la persona “imboccandola”. La comunicazione è fondamentale, chiediamole cosa ha mangiato, che alimenti preferisce, spieghiamole (senza annoiarla) l’importanza di un’alimentazione sana e diamole dei dogmi e dei concetti che le possano essere utili nelle scelte di tutti i giorni a tavola. Spieghiamole l’importanza della variabilità, quanto frutta e verdura sono utili al nostro organismo, quanto gli alimenti industriali siano, invece, negativi.
La persona, così, ricorderà il succo delle nostre parole quando si troverà a fare la spesa ed a tavola, soprattutto quando si ritroverà a somministrare cibo ad altri, come bambini, la cui educazione alimentare è il miglior modo per assicurargli una vita migliore.
Oltretutto, sono fermamente convinto che con diversi tipi di potenziali atleti inizialmente bisogni procedere dal minimo indispensabile, senza dare indicazioni troppo strette, che li facciano sentire in gabbia.
Raggiungere i propri obbiettivi? A piccoli passi!
Ragionando per estremi:
Parliamo di un ragazzo cicciottello che vuole perdere peso?
Si potrebbe iniziare con ridurre le “schifezze”, qui è fondamentale che gli si spieghi quanto siano dense energeticamente, con limitare i pasti fuori casa, limitare gli spuntini fuori dal pasto, di preferire la coca zero piuttosto che quella classica, aumentare gli alimenti fibrosi. Piccoli elementi che, se entrano a far parte degli strumenti del soggetto, gli consentono di evitare comportamenti pro-obesità a vita.
Parliamo di un ragazzo magrolino che vuole ingrossarsi?
Sarebbe opportuno provare a raddoppiare le porzioni (non lo farà mai, al massimo mangerà 50g di pasta in più al giorno), ad introdurre degli spuntini e a selezionare alimenti densi energeticamente (non solo schifezze, ma olio, frutta secca, cioccolato fondente, formaggio, uova). Quando il/la ragazzo/a comincerà a sentirsi più forte o più grosso i problemi del poco appetito diminuiranno, credetemi.
Le persone vanno educate e spinte verso il consumo di una quantità di cibo consona al proprio corpo ed al proprio modo di vivere, nonché sana.
All’alimentazione contata al grammo si arriva dopo tanto tempo, sempre se la persona lo vuole e lo faccia in modo sano, tutti noi abbiamo bisogno di procedere per piccoli gradini, in tutto.
È inutile guardare come mangia il culturista di professione (magari anche dopato), guardiamo a noi stessi e godiamoci ogni scalino, senza godere del fallimento di chi non accetta di procedere per piccoli passi, ma accompagnandolo su una strada sostenibile e serena.
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