Dentro e fuori dalle nostre case si fa sempre più strada l’utilizzo di dolcificanti artificiali ipocalorici, cioè che apportano pochissime calorie. Sono aperti ancora numerosi dibattiti sulla sicurezza e sugli effetti di questi prodotti sul nostro corpo, ma vediamo di fare chiarezza insieme.
Cosa sono i dolcificanti artificiali?
I dolcificanti artificiali sono delle molecole create in laboratorio in grado di rendere più dolce un cibo o una bevanda apportando pochissime o nessuna caloria. La loro modalità di funzionamento è davvero semplice; queste sostanze sono dei carboidrati non disponibili, il nostro intestino non può assorbirli, di conseguenza vengono eliminati insieme a tutto il resto delle sostanze di scarto del nostro corpo. Ancora, queste molecole hanno un potere dolcificante molto superiore a quello dello zucchero, di conseguenza necessiteremo di una quantità inferiore di una particolare molecola per equiparare la dolcezza di una certa quantità di saccarosio. Di solito il rapporto è gocce-cucchiaini.
Dove puoi trovare i dolcificanti?
Tantissimi alimenti e bevande che puoi trovare sugli scaffali dei supermercati contengono dolcificanti ipocalorici. Ovviamente, frutta, verdura, carne, pesce e tutti gli alimenti non elaborati non hanno tracce di queste sostanze. Infatti, sono ricchi di dolcificanti bevande light e zero, dolci e caramelle dietetiche e cibi ed integratori per sportivi.
I dolcificanti ipocalorici fanno ingrassare?
I dolcificanti possono portare ad ingrassare, ma non per qualche particolare potere. Infatti, molte accuse sono state avanzate nei confronti di questi prodotti additati come ingrassanti in quanto promotori della secrezione di Insulina da parte del Pancreas, ma è fondamentale ricordare che questo ormone non ha assolutamente niente a che fare con l’accumulo o meno di grasso, noi ingrassiamo soltanto se mangiamo più calorie di quelle che consumiamo. Queste sostanze hanno un impatto insignificante sul nostro bilancio energetico, ma la sostituzione dello zucchero con queste può spingere alcune persone a giustificare l’ingestione di cibi ipercalorici o in quantità eccessive. Infatti, tolta la possibile influenza comportamentale, la sostituzione del saccarosio con i dolcificanti porta automaticamente a ridurre l’apporto calorico giornaliero e quindi a dimagrire.
I dolcificanti fanno male?
Tantissima disinformazione ha portato a diffondere l’idea che i dolcificanti ipocalorici potessero avere degli effetti negativi sulla salute, causare problemi digestivi e, soprattutto, il cancro. È fondamentale ricordare, però, che ciascun alimento viene immesso sul mercato soltanto dopo aver superato diverse analisi che lo classifichino come sicuro e, ancora, la ricerca, attualmente, ritiene ognuna di queste sostanze innocue, soprattutto nelle quantità che vengono solitamente consumate. Infatti, la relazione tra questi dolcificanti ed i tumori nasceva da studi fatti su ratti da laboratorio, poi smentiti perché semplicemente non c’era una relazione causa-effetto. [1]
Per quanto riguarda il microbioma intestinale, prima di guardare ai dolcificanti artificiali, bisogna guardare a tutto ciò che vi è attorno: dove e come vivi, le tue abitudini, età e sesso.
Infatti, questi fattori hanno molto più impatto sul tuo apparato digerente dell’ingestione di queste sostanze. In particolare, grossi antagonisti dei tuoi batteri intestinali sono il fumo e l’alcool, abitudini che influenzano negativamente tantissimi aspetti della nostra salute. [2][3][4][5][6][7]
Comunque, per avere un’idea della quantità che si consiglia di non superare:
MOLECOLA | DGA* |
Aspartame | 40mg/kg |
Acesulfame K | 9mg/kg |
Ciclamato | 7mg/kg |
Sucralosio | 15mg/kg |
Saccarina | 5mg/kg |
*Dose Giornaliera Accettabile. [1][8][9][10][11]
Che, in alimenti, si traduce in:
ALIMENTO | QUANTITÀ MASSIMA* |
Coca Cola Light | 14 lattine |
Coca Cola Zero | 14 lattine |
Pepsi Max | 21 lattine |
*Quantità massima consumabile da un individuo di 70kg ogni giorno per tutta la vita senza incorrere in problemi.
Queste cifre si spiegano da sole, un individuo sano potrebbe consumare 21 lattine dell’ultimo prodotto per tutta la vita senza incorrere in nessun danno derivante da queste.
I dolcificanti naturali sono migliori di quelli artificiali?
Un errore cognitivo che siamo portati spesso a fare è quello di associare la parola “Artificiale” alla parola “Dannoso” e la parola “Naturale” alla parola “Sicuro“. Infatti, il fatto che una molecola sia prodotta in laboratorio non la rende automaticamente pericolosa, così come in natura abbiamo infiniti esempi di sostanze dannosissime.
A maggior ragione, la Stevia, dolcificante naturale ipocalorico per eccellenza, ha un GDA di 4mg/kg, cioè più basso di tutti quelli riportati sopra riguardanti i dolcificanti artificiali. Ancora, a questo si aggiunge che questo prodotto ha un potere dolcificante pari a circa 250–300 volte quello dello zucchero a differenza, ad esempio, del Sucralosio, che ha un GDA maggiore e dolcifica circa il doppio della Stevia. Questo si traduce nel fatto che il secondo prodotto è probabilmente più sicuro, anche essendo di origine artificiale. [12]
Ovviamente, c’è da specificare che, comunque, la dose giornaliera accettabile riguardante la Stevia è molto difficile da superare, quindi non devi assolutamente da escluderne il consumo.
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Puoi trovarmi anche su:
[1] Opinion of the Scientific Committee on Food: Update on the Safety of Aspartame, European Commission, 2002.
[2] Influence of cigarette smoking on the human duodenal mucosa-associated microbiota, E R Shanahan, A Shah, N Koloski, M M Walker, N J Talley, M Morrison, G J Holtmann, 2018.
[3] The causes of intestinal dysbiosis: a review, JA Hawrelak, SP Myers, 2004.
[4] Alcohol and the Intestine, S Patel, R Behara, G R Swanson, C B Forsyth, R M Voigt, A Keshavarzian, 2015.
[5] The interaction between smoking, alcohol and the gut microbiome, G Capurso, E Lahner, 2015.
[6] Alcohol and Gut Microbiota, G Vassallo, A Mirijello, A Ferrulli, M Antonelli, R Landolfi, A Gasbarrini, G Addolorato, 2015.
[7] Colonic microbiome is altered in alcoholism, E A Mutlu, P M Gillevet, H Rangwala, M Sikaroodi, A Naqvi, P A Engen, M Kwasny, C K Lau, A Keshavarzian, 2012.
[8] Re-evaluation of Acesulfame K, European Commission, 2000.
[9] Revisited opinion on Cyclamic Acid and its sodium and calcium salts, European Commission, 2000.
[10] Opinion of the Scientific Committee on Food on Sucralose, European Commission, 2000.
[11] Opinion on Saccharin and its sodium, potassium and calcium salts, European Commission, 1995.
[12] Revised exposure assessment for steviol glycosides for the proposed uses as a food additive, European Food Safety Authority(EFSA), 2011.
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